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Arteni è su Corriere Imprese

In occasione del nostro sessantesimo anniversario?, questa mattina è uscita l’intervista al fondatore della nostra azienda, Gianni Arteni.Una piacevole chiacchierata sulla lunga storia e sulle prospettive del Gruppo. Dagli avvii nel primo negozio di abiti confezionati a Feletto Umberto insieme alla sorella Nella, passando per un’espansione continua sul territorio friulano, fino ai negozi multi-brand e all’e-commerce. Una storia di successo imprenditoriale guidata nelle generazioni dal nostro valore più grande: la famiglia ?

Pubblichiamo di seguito l’articolo riportato, buona lettura!


Nato nel ‘61, fattura 26 milioni e dà lavoro a 170 dipendenti

Fondato il 15 luglio 1961 come piccolo negozio di tessuti, oggi il gruppo Arteni ha la sede principale sulla statale Pontebbana a Tavagnacco (dove nel 1980 aprì il più grande negozio di articoli sportivi della regione, al quale ha, in seguito, affiancato un grande negozio di abbigliamento) e controlla 8 diversi negozi nella provincia di Udine, alcuni a marchio Arteni, altri con marchio proprio. Il fatturato complessivo è di 26 milioni di euro, già in buon recupero rispetto al 20% perso a causa della pandemia. Al momento impiega 170 dipendenti, ma ha diverse posizioni aperte.

Gianni Arteni, considerato l’ideatore in Friuli dei multistore nel campo dell’abbigliamento, a 84 anni rappresenta ancora con immutata passione il gruppo commerciale che ha fondato esattamente 60 anni fa, nel 1961, ed è tuttora impegnato, insieme al fratello Sergio e ai figli Cristina, Tiziana e Matteo, ad anticipare i cambiamenti del mercato, per dare un futuro a un marchio leader del settore in regione.

Qual è stata l’idea vincente all’origine del gruppo?

«L’azienda è nata dalla mia voglia di sviluppare ciò che avevo imparato lavorando fin da giovanissimo (a un’età che oggi sarebbe fuorilegge) in un negozio di tessuti. Per avviare il nostro primo negozio a Feletto Umberto (Udine) è stato fondamentale l’apporto di nostra sorella Nella, che aveva già molta esperienza nel taglio e cucito e fu, quindi, in grado di gestire i rapporti con i sarti, ai quali ordinavamo gli abiti su misura che poi vendevamo in negozio. Il successo fu tale che, pochi anni dopo, ci trasferimmo in un negozio sulla piazza del paese, con una superficie quintuplicata. Nella nuova sede iniziammo, fra i primi in assoluto, a proporre anche capi preconfezionati da uomo. Allora sembrava fantascienza, ma fu solo la capacità di intuire il futuro. All’inizio, però, non prevedevamo minimamente quello che l’azienda sarebbe diventata nel tempo».

Come avete raggiunto le dimensioni attuali?

«Alla base c’è stata la decisione iniziale di reinvestire, per molti anni, tutti gli utili nella crescita dei negozi e del gruppo. Altrettanto fondamentale è stata la coesione familiare. Dopo la scomparsa in giovane età di Nella, infatti, il nostro modo di concepire l’attività d permise di darci, con l’ingresso in azienda di mio fratello e delle nostre mogli Adriana e Luciana, un’impostazione più compiutamente aziendale. Fu così che, nel 1973, costruimmo, sempre a Feletto Umberto, lo stabile nel quale aprimmo il nostro primo multistore, in cui vendevamo, oltre ai tessuti e gli abiti pronti da uomo, moda prèt-à-porter da donna e intimo. Quell’impostazione ci ha permesso di approdare, nel 1980, alla Società per azioni, al grande negozio di Tavagnacco e, in seguito, all’acquisto degli altri negozi di Udine, Cividale e Codroipo».

Com’è cambiato nel tempo il commercio dell’abbigliamento?

«Per quanto riguarda il gusto del pubblico, c’è stato un lungo periodo in cui la clientela, soprattutto quella maschile, è diventata meno attenta ai dettagli e si è rivolta per lo più a un generico sportswear americaneggiante. Negli ultimi anni si è assistito a un ritorno dell’attenzione al dettaglio, al gusto italiano. Per quanto concerne il modo di vendere, molto è cambiato con la crescita dell’e-commerce. Oggi i negozi fisici tradizionali possono resistere e crescere solo vendendo prodotti di qualità e belli (il cheap si venderà sempre di più soltanto su internet), offrendo un livello di consulenza e servizio che faccia sentire “coccolati” i clienti, permettendo loro di vivere una vera e propria esperienza d’acquisto».

Come vi preparate al futuro?

«Da alcuni anni abbiamo avviato un sito di vendite online che ha avuto un significativo successo durante il lockdown, ma che anche dopo la riapertura dei negozi continua ad andare molto bene. Ogni anno abbiamo raddoppiato il fatturato delle vendite online, che oggi raggiungono il milione di euro e mantengono un importante trend di crescita. Inoltre, va detto che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il sito funge anche da promozione per il negozio fisico. Nel nostro settore dobbiamo fare gli ordini da una stagione all’altra e oggi la vera difficoltà è data dalla velocità dei cambiamenti e, quindi, bisogna essere sempre attenti e capaci di anticipare i nuovi trend. Per il futuro, finché non finirà la pandemia, vogliamo mantenere e rafforzare le attuali posizioni, ma in prospettiva intendiamo valutare la possibilità di aprire o acquisire altri negozi, con superfici mirate, anche in altre aree della regione (per esempio Trieste) e fuori regione. La decisione, comunque, spetterà ai nostri figli».

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